Django Unchained Recensione (2012)
Quentin Tarantino - 2012 - Film drammatico/Blaxploitation - 2h45m
Django Unchained (2012) Recensione
Senza alcun dubbio, “Django Unchained” è un ulteriore capolavoro della geniale mente di Tarantino, secondo solamente al film che venne così definito dal regista stesso: “Penso che quest’ultimo sia il mio capolavoro.”, “Bastardi senza gloria” (2009).
Scritto nel 2012, “Django Unchained” è il secondo film più lungo di Quentin Tarantino dopo “The Hateful Eight“, sfiorando quasi le 3 ore di durata. E’ il primo film spaghetti-western di Tarantino, il quale si ispira al film “Django” del 1966 diretto da Sergio Corbucci ed interpretato da Franco Nero. Il film, ambientato in Texas nel 1858, racconta la storia dello schiavo nero Django Freeman (Jamie Foxx) che viene liberato dalla prigionia dal dottor King Schultz (Christoph Waltz), ex dentista tedesco e ora cacciatore di taglie con cui instaura un grande rapporto di amicizia e che lo aiuterà a liberare sua moglie Broomhilda von Shaft (Kerry Washington) dalla schiavitù, dopo avere scoperto che anche lei era diventata una schiava nella terribile Candyland, proprietà del famigerato e subdolo proprietario terriero Calvin Candie (Leonardo di Caprio).
Non c’è molto da dire, anche questa volta Tarantino ha decisamente superato se stesso, riuscendo a rinchiudere in un solo film così tanti grandi valori, che è difficile ricordarseli tutti! Il film è in grado di trattare un tema molto importante della storia americana come quello della schiavitù dei neri nel passato, e lo fa in maniera profonda e riflessiva, ma anche in modo scherzoso, spensierato e dinamico, tra colpi di pistola e mille colpi di scena. A rendere il tutto ancora più “epico” e formidabile, sono la regia, la sceneggiatura, il casting del film, la colonna sonora e tutto il resto che compone questo film.
Regia
Per quanto riguarda la regia, Tarantino compie come suo solito un lavoro mostruoso, riuscendo a non fare omologare questo film come un film puramente western, ma riuscendo a svincolarlo da qualsiasi tipo di omologazione per via dei suoi dialoghi e dei riferimenti (dialoghi e scene) ad altri film del passato, tra cui “Django” e “Il grande silenzio”. Così facendo, lo spettatore può ammirare un film in cui dramma, vendetta, commedia, grinta e suspence si uniscano tra di loro e si leghino ad un pezzo di storia americana, suscitando, alla fine, un’enorme scalpore e acclamazione da parte del pubblico esterrefatto.
Sceneggiatura
Bisogna ammettere che è praticamente inutile commentare la sceneggiatura di un film di Tarantino, poiché alla fine sono tutti un capolavoro dietro l’ altro, e questo film non fa da eccezione. La sceneggiatura è semplicemente perfetta, impeccabile:
- la trama è avvincente, è in grado di catturare l’attenzione dello spettatore ed infatuarlo, non liberandolo fino alla fine del film e facendogli provare emozioni particolari, che non tutti i film riescono a trasmettere o trasmettere fino in fondo;
- i dialoghi sono senza dubbio uno dei punti chiave del film: assolutamente memorabili e con battute alquanto ironiche ed umoristiche: vi sono dialoghi imprevedibili e bizzarri, altri invece profondi e virtuosi. Nei dialoghi di questo film infatti, il regista riesce a mescolare un pizzico di euforia, di ironia e di “scherzosità” con dialoghi di natura cruda, fredda e diretta, tipici di Tarantino e del periodo in cui il film è ambientato.
- le battute sono state rese memorabili soprattutto grazie alle performance impeccabili del cast stellare che compone il film: da Leonardo di Caprio a Samuel L. Jackson, fino a Jamie Foxx, Christoph Waltz e Kerry Washington. Ognuno di questi personaggi ha saputo valorizzarsi a modo suo nel corso del film, moralmente e fisicamente, come ad esempio Di Caprio: moralmente poiché, durante le riprese, ha riscontrato difficoltà per via delle battute in cui doveva utilizzare insulti pesanti nei confronti di alcuni suoi colleghi di lavoro; fisicamente perché nella scena in cui frattura il teschio il sangue che si vede è il suo vero sangue, non era previsto nel copione, ma Di Caprio ha continuato a stare nella parte e la scena è piaciuta talmente tanto da essere inserita nel film. E’ molto importante anche il personaggio di Broomhilda, interpretata da Kerry Washington, poiché può essere considerato l’unico personaggio importante di sesso femminile e l’unico personaggio totalmente positivo del film.
- altri fattori che rendono incredibile questo film in tutto e per tutto sono i costumi e la colonna sonora: i costumi rispecchiano in pieno l’epoca vissuta nel film e coincidono perfettamente con le caratteristiche di ogni singolo personaggio: il Dr. Schultz (C. Waltz) è vestito molto bene ed elegantemente, così come Calvin Candie (L. Di Caprio), mentre Django (J. Foxx) è vestito in maniera più “selvaggia”, appare come un personaggio lontanamente elegante, escluse le scene finali. La musica è da brividi, in grado quasi di trasportarti all’ interno del film, di trasformare una scena macabra in una scena piena di forza, virtù e giustizia, con un tocco, anche in questo caso, di ironia. E’ una musica travolgente, che ti entra in testa e ci rimane, e sicuramente in certe scene ti coglie quasi di sorpresa poiché accompagna delle azioni che non ti saresti mai aspettato.
Un film che racchiude un messaggio profondo
Come si deduce dal titolo “Django Unchained”, ovvero “Django libero/scatenato”, il film racchiude un messaggio importante già a partire dal suo titolo, ovvero tenta di mostrare come una persona che in un momento della sua vita sia in una situazione critica, asfissiante e demoralizzante, sia tuttavia in grado di risollevarsi, di alzare la testa, di crescere, di combattere e di vincere sul male da cui prima era ostacolata, ed in questo caso, come afferma Django: “Ogni parola uscita dalla bocca di Calvin Candie era una merda, ma aveva ragione su una cosa… io sono quel negro su 10.000″. Lui è quella persona su 10.000 in grado di risollevarsi e di reagire, vincendo sul proprio male.
Tarantino non definisce “Django Unchained” un “capolavoro”, come fece per “Bastardi senza gloria”, che descrisse come “il suo capolavoro”, ma senza dubbio noi tutti possiamo affermare che anche “Django Unchained” sia un capolavoro del ‘genio’ di Tarantino da tutti i punti vista… a questo punto, mi sorge una domanda: dopotutto, quale film di Tarantino non è un capolavoro?
- Budget speso (definitivo): $100,000,000 (milioni di dollari/USD).
- Guadagno (definitivo): $449,948,323 (milioni di dollari/USD).
Django Unchained (2012) Recensione
Voto Generale - 9
9
Indubbiamente eccezionale!
Film completo sotto tutti gli aspetti: drammatico, ironico, virtuoso, comico, crudo e violento, ma con un messaggio tanto forte ed importante quanto straordinario.